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Global Market Outlook

Outlook sui Mercati Emergenti 2024 È importante adottare un approccio differenziato

Alla luce del contesto globale, i Mercati Emergenti rimangono vulnerabili, ma presentano comunque aree di opportunità, in particolare nel debito in valuta forte e in alcune categorie di azioni.

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Investment Strategist
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Portfolio Strategist - Emerging Market Debt

L’ottimismo nei confronti degli asset dei Mercati Emergenti è diminuito nel corso del 2023. Parte dell’entusiasmo iniziale si basava sulle aspettative di rivitalizzazione dell’economia cinese con la fine della politica zero-COVID, l’indebolimento del dollaro USA e la diminuzione dei tassi terminali attesi. Quando questo scenario non si è concretizzato come previsto, i rendimenti hanno subito una battuta d’arresto. Mentre i rendimenti statunitensi raggiungevano nuovi massimi pluriennali, il dollaro si rafforzava e la ripresa della Cina si rivelava deludente, l’interesse degli investitori per gli asset dei Mercati Emergenti diminuiva. Entrambi le performance azionarie e obbligazionarie ne hanno risentito, anche se in misura diversa.

La tendenza a considerare i Mercati Emergenti (ME) come un blocco unico è fuorviante, poiché esistono numerose idiosincrasie tra i Paesi che appartengono a questo universo. Sebbene vi siano indubbiamente dei rischi condivisi in tutto lo spettro dei Mercati Emergenti, come la sensibilità ai continui rischi geopolitici e l’ampia propensione all’assunzione di rischi, è importante che gli investitori comprendano anche quali sono le loro peculiarità. Tra le differenze principali ad esempio è importante sapere se un Paese dei Mercati Emergenti è esportatore o importatore di energia e se la sua economia si basa sul settore manifatturiero o su quello dei servizi. Queste importanti distinzioni tra le varie nazioni evidenziano l’eterogeneità di questo insieme. Inoltre, all’interno dei diversi indici (ossia l’indice MSCI Emerging Markets per le azioni e gli indici del debito dei Mercati Emergenti sia in valuta forte che in valuta locale) esistono driver di performance divergenti, il che rende difficile avere una visione unica che li rappresenti tutti. Ad esempio, le azioni cinesi rappresentano circa il 30% dell’indice azionario di riferimento dei Mercati Emergenti, ma la Cina incide solo per il 4,7% sull’indice del debito degli EM in valuta forte e per il 10% del mercato in valuta locale. Gli argomenti a favore dell’investimento in azioni o obbligazioni cinesi possono essere molto diversi.

Mercati emergenti: azioni vs. obbligazioni

Dal punto di vista del tipo di investimento, siamo generalmente cauti nei confronti dei Mercati Emergenti. Anche se non riteniamo che nel complesso le azioni dei Mercati Emergenti offrano molto valore, esistono comunque delle opportunità. Le azioni dei Mercati Emergenti scontano già un contesto di tassi d’interesse più alti più a lungo. Di conseguenza, abbiamo assistito a una sottoperformance degli asset rischiosi dei ME, a un crollo delle valute e a un calo delle aspettative sugli utili aziendali. Nel complesso, la nostra prospettiva è relativamente più favorevole per le obbligazioni dei Mercati Emergenti, con particolare attenzione al debito in valuta forte. Ora ci troviamo in una situazione familiare, dove la Federal Reserve guidata dai dati è tornata ad essere il fattore dominante dei rendimenti del debito dei ME. Il debito sovrano in valuta forte appare interessante, poiché gli spread dei Mercati Emergenti offrono ancora valore e, in assenza di una recessione negli Stati Uniti, potrebbero restringersi ulteriormente.

Previsioni sul mercato azionario dei Mercati Emergenti

Nonostante le continue difficoltà della Cina, riteniamo che esista un’opportunità. I gestori attivi possono puntare sulle aree di crescita strutturale dell’economia che andranno a beneficiare delle politiche governative favorevoli, come l’indipendenza tecnologica, l’elettrificazione e altre aree della “nuova economia”. Riteniamo inoltre opportuno tenere separata l’allocazione alla Cina e quella agli altri Mercati Emergenti, data la sua elevata ponderazione (30%) nell’indice di riferimento dei Mercati Emergenti, le basse correlazioni e la sua importanza globale. Oltre alla sua notevole concentrazione, la flessione della performance cinese spesso provoca effetti negativi sugli altri Mercati Emergenti, moltiplicandone l’impatto sulla performance degli indici. Ad esempio, la debolezza del ciclo tecnologico ha avuto un impatto sull’industria manifatturiera dei Mercati Emergenti, mentre il rallentamento della domanda di beni a livello internazionale ha portato a una riduzione degli ordini da soddisfare da parte dei Paesi Emergenti. Tuttavia, è vero anche il contrario quando l’economia cinese produce ottimi risultati. Un’esposizione separata alla Cina consentirebbe agli investitori di aumentare o diminuire l’allocazione complessiva a questo Paese, a seconda delle necessità. La Figura 1 illustra la performance divergente della Cina rispetto all’universo ME ex-Cina. Tale approccio inoltre aumenta la flessibilità del tipo di esposizione voluta dall’investitore, che si tratti della suddivisione indicizzata/attiva, o di stili d’investimento, di investimenti tematici o di preferenze per le small-cap.

Al di fuori della Cina, i Mercati Emergenti tendono ad avere una forte esposizione ad aziende e settori ciclici e ciò li rende particolarmente sensibili all’attività economica globale. Nel 2024, prevediamo una crescita dell’economia globale inferiore al livello tendenziale, che ne offusca le prospettive di crescita. Al di fuori della Cina, gli investitori devono essere consapevoli anche del fatto che nell’universo dei Mercati Emergenti permangono rischi di concentrazione. L’India, la Corea del Sud e Taiwan costituiscono oltre il 60% dell’indice EM ex-Cina. Inoltre, sia a Taiwan che in Corea del Sud esiste un singolo titolo che rappresenta oltre il 30% della ponderazione dell’indice dei rispettivi Paesi.

L’ascesa dell’India costituisce un’interessante opportunità. Con una popolazione giovane e in aumento e una solida crescita economica (vedere Figura 2), il paese presenta caratteristiche interessanti per gli investimenti. La sua composizione settoriale è ben diversificata e non dipende da un singolo comparto: ad esempio, i settori finanziario, tecnologico ed energetico costituiscono circa la metà dell’indice azionario di riferimento.
 

Previsioni per il debito dei Mercati Emergenti

Per comprendere le prospettive per il debito dei Mercati Emergenti, è importante distinguere tra la valuta locale e la valuta forte e capire i principali driver di performance di ciascuno di essi. La performance del debito in valuta locale è determinata dai tassi e dalle valute dei Mercati Emergenti, mentre i rendimenti del debito in valuta forte sono influenzati dai Treasury statunitensi e dagli spread dei Mercati Emergenti. La tenuta dell’economia statunitense ha visto i mercati adeguare le loro aspettative, con la conseguente ondata di vendite sui Treasury statunitensi e il rafforzamento del dollaro USA che hanno prodotto un impatto negativo sulla performance del debito in valuta forte e in valuta locale, annullando i guadagni ottenuti all’inizio dell’anno.

Debito in valuta forte

In un contesto mutevole di maggiore volatilità e incertezza, il debito sovrano in valuta forte appare relativamente più interessante perché gli spread dei Mercati Emergenti, in particolare quelli high-yield, offrono ancora valore e, in assenza di una recessione statunitense, potrebbero restringersi ulteriormente (vedere Figura 3). Il panorama geopolitico è diventato più instabile, ma se la guerra tra Israele e Hamas non si trasformasse in un conflitto più ampio, l’allargamento dello spread che ne è derivato, che rimane comunque limitato, potrebbe rappresentare una buona opportunità d’ingresso in questa asset class. La preoccupazione riguardo al debito in valuta forte è che può diventare più costoso in un contesto di rafforzamento del dollaro USA. Al contrario se il dollaro USA si indebolisse, si delineerebbero condizioni più favorevoli per il debito in valuta forte. Inoltre, mentre la volatilità dei Treasury statunitensi rappresenta un rischio a breve termine, un loro potenziale rally, a fronte di un risollevamento dell’economia statunitense, rappresenterebbe un ulteriore opportunità di rialzo per il debito in valuta forte.

Debito in valuta locale

Dopo aver sovraperformato per tutta la prima metà del 2023, le prospettive del debito in valuta locale sono diventate più complesse. Vale la pena notare, ed è insolito, che la politica monetaria dei Mercati Emergenti negli ultimi anni si è disallineata da quella della Federal Reserve. Le banche centrali dei Mercati Emergenti hanno risposto più rapidamente all’inflazione rispetto alle controparti dei Mercati Sviluppati e quando l’inflazione dei ME ha raggiunto il suo picco alla fine del 2022, le banche sono state pronte a procedere con la riduzione dei tassi prima delle loro controparti (vedere Figura 4). Tuttavia, le prospettive per l’inflazione dei Mercati Emergenti sono turbate da un’impennata dei prezzi del petrolio e dal rafforzamento del dollaro USA, che potrebbero alimentare l’inflazione attraverso il canale del mercato valutario. Pertanto, oltre all’impatto negativo del rafforzamento del dollaro USA sulle valute dei Mercati Emergenti, una domanda chiave da tenere in considerazione per il debito in valuta locale è la seguente: per quanto tempo le banche centrali dei Mercati Emergenti saranno in grado di discostarsi dalle decisioni della FED?

Un importante sviluppo recente nell’universo delle valute locali è stata la decisione di includere gradualmente l’India nell’indice di riferimento JPM GBI-EM Global Diversified Index a partire dalla seconda metà del 2024, consentendole di raggiungere il tetto di ponderazione dell’indice del 10% a implementazione avvenuta. L’inclusione dell’India apporta la necessaria diversificazione all’indice in valuta locale, consentendo inoltre agli investitori di partecipare al potenziale di crescita di questo grande Paese con rating investment grade.

Conclusioni principali

Sebbene i Mercati Emergenti siano influenzati dalla volatilità dei mercati globali, riteniamo che in questo ampio universo d’investimento vi siano comunque delle opportunità, in particolare nel comparto del debito. In ambito azionario, è preferibile un approccio attivo che punti sui segmenti del mercato in crescita strutturale. Nel complesso, sia il debito che le azioni dei Mercati Emergenti offrono un’esposizione a paesi con una crescita economica superiore e una leva finanziaria inferiore rispetto alle economie dei Mercati Sviluppati, offrendo vantaggi di diversificazione nell’ambito di portafogli più ampi.

Come investire in questa classe di attivo

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